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Da Laura ebbe una figlia, Carla. Abitavano tutti e tre in una casa posta verso il declinar del sole come aveva recitato la signora Clara a metà del pranzo coi quale festeggiarono la nascita della bambina ma nessuno gli diede importanza cosa che lei scambiò per tacito accordo e quindi avrebbe anche proseguito per fortuna che arrivò il dolce a farla distrarre. Sul davanti c'era il mare va bè si sa è inevitabile e sul dietro un piccolo giardino che avrebbe visto le prime gesta di Carla. In cantina giaceva ancora la scritta luminosa costruita dal signor Corsini: "felicità agli sposi" bella frase ad effetto aveva pensato anche se dopo non si preoccupò mai di appurare se le cose andassero davvero così ma comunque ciecamente vi credette e del resto era vero aveva sempre molto da fare.

  Carla così crebbe nello stesso luogo di suo padre e sua madre o poco lontano ma le centinaia di metri sono poco importanti la differenza comincia a farsi dagli ottanta chilometri ai quarantamila che prima si resta ed oltre si torna sempre a Rio ma non divaghiamo e parliamo di Carla anche se il sottolineare che visse lì non è cosa da scartare per chi voglia conoscere il suo carattere un po' bizzoso diceva Paolo riaccompagnandola da scuola in motorino e soprattutto il suo destino e degli altri degli scettici che magari adesso vorrebbero guardare la televisione in fondo poco ci importa.

 

    

 Nel negozio di filati quella mattina non c'era nessuno al di fuori di lei entrata assieme ai suoi tredicianni e della padrona che quel giorno però non ostentava il suo solito sorriso di circostanza uccello rapace la definiva il signor Andreoni di professione fruttivendolo ed in gioventù amante della signora Ida che bello quando lo chiamava il mio piccolo ed alle parole seguivano i baci: forse sono proprio quelli, caro Giancarlo, che non hai più potuto scordare ma no non è vero e va bene se vuoi fare bella figura al bar non insisteremo oltre.

  La signora Ida stava leggendo un settimanale che riportava un servizio sul Sud America. All'inizio, da quanto era assorta, non si accorse nemmeno che Carla era entrata ma dopo iniziò a parlarle delle meraviglie che a quanto pareva esistevano in quei luoghi, frutti che a Rio non sarebbero mai nati ma davvero signora che strano che affascinante e immagino che anche gli animali seppure le foto siano in b/n risultino molto diversi da qui, oh sì che carini con quei musetti, ma gli uomini signora il servizio lo dice o no che spesso vivono quasi in schiavitù, ma certo che no non è mica un foglio comunista, va bene va bene non entriamo in polemica: eppure, in qualche recondito modo, quella discussione interessò enormemente Carla o quantomeno fu per lei un pretesto e quando tornò a casa venne sentita per la prima volta parlare del continente al di là dell'oceano ancora senza lo sguardo perso nel vuoto è vero ma si sa ogni cosa ha un suo inizio ed anche un centro ed una fine e la parte sud dell'America non si discostò come influenza sulla sua vita da questo assioma fondamentale sul quale però è meglio non soffermarsi oltre troppo vero in fondo e se seguito alla lettera porta solo verso l'abbandono ma ancora una volta si è fatto tardi e la bambina di allora sicuramente ha già sonno buonanotte piccola e chi siamo noi per sapere se magari sognerai di fiumi dalle acque limacciose e di battelli a ruote lenti lenti lenti lenti.

 

     

 

 Arrivò il giorno che Carla divenne donna, d'accordo, fisicamente lo era già divenuta ma a noi interessa il momento da lei considerato definitivo per poter passare nella categoria degli adulti e questo coincise con la mattina veramente era quasi ora di pranzo ma del resto interessava solo a sua madre in quanto il babbo se la dormiva beatamente sotto un fico poco sopra la spiaggia, con la mattina dunque in cui le fu permesso di allontanarsi da riva nuotando senza le pinne. Quando tornò a riva, oh la mia bambina prenderà freddo, sì sulla spiaggia c'era anche la nonna che la rincorreva con un asciugamano recante impresso il volto di Chaplin mentre interpretava La febbre dell'oro, ma cosa c'entra adesso la signora Clara, si sposti per favore, maledizione non ci sente c'è il rumore della risacca allora forza cambiamo inquadratura ed attenti a non inciampare: oh, ecco che vediamo in lontananza un ragazzo disteso al sole ed è proprio verso di lui che Carla si dirige la nonna ormai abbondantemente distanziata ma, per Diana come può essere, il ragazzo non è nient'altri che Carlo. Certo appare strano e, sebbene per adesso il paradosso non sia chiaro, comprendiamo i futuri dubbi del lettore che come noi si sarebbe potuto aspettare tutto ma non certo che si incontrassero, elemento che se analizzato la sera al bar permetterebbe l'avvio di interminabili discussioni come sempre del tutto inconcludenti, eppure erano inquadrati entrambi verità incontrovertibile e così non resta altro che aggiungere un corollario forse completamente inutile affermando che si salutarono e sperando, almeno quello, che non si fossero innamorati al primo sguardo anche se, per un certo verso, fu davvero così.