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Bene, eccoci arrivati a quel giorno in cui Laura era nervosa e sgridò Nicola, neanche sappiamo più per quale motivo. Non che accadesse spesso e quindi lui se la prese più del dovuto, mancanza d'abitudine certo. Avendo come da repertorio due sole possibilità, Nicola scartò l'attacco ed optò decisamente per la  fuga recandosi al bar.

  Tutto quasi normale dunque, una lite fra coniugi, neanche tanto accesa, un uomo che esce di casa, nemmeno eccessivamente impermalosito, un bar. Fu quest'ultimo elemento però a rivelarsi decisivo spiazzando drasticamente la normalità, intesa come reiterazione di gesti già compiuti altrove nello spazio o nel tempo, a favore di un colpo di scena che, come tutte le situazioni ad effetto, avrebbe cambiato la vita di entrambi.

  Sì, al bar dove Nicola quella volta si recò, fioriva di fiori colorati e segni geometrici il banchetto del totocalcio, la ricevitoria dell'illusione materiale e c'è chi perfino un giorno ebbe il coraggio di chiamarlo gioco ma erano altri tempi e in fondo non fu mai davvero così.

  Eppure a Nicola sembrava di stare meravigliosamente con Laura. Begli occhi dolci, niente da ridire lo erano davvero, maniere accattivanti con derivato di vita rilassante, seno eretto ed imprevedibile. Certo non fu l'odio per lei, sciocca lite, futilità, a farlo giocare, eppure quella scommessa all'inizio tanto innocente si risolse proprio contro la persona che lui amava, che lo rendeva felice, che lo accompagnava da tanti anni rendendoli con la sua presenza un poco meno noiosi e scusate se è poco. La giocata non fece altro che causare uno spostamento nel tempo di tutte le precedenti affermazioni che divennero quindi: aveva amato, aveva reso felice, aveva vissuto. Detto così sembrerebbe niente, banale e superfluo esercizio grammaticale pochissimo interessante per un pesce. Eppure la lingua in rarissimi casi è rivelatrice di emozioni e questo era davvero uno dei pochi: anche i pesci furono interessati alle sue implicazioni.

  Ciao Nicola, ciao Luporini, sì c'era ancora chi lo chiamava per cognome abituato a questo dall'infanzia trascorsa sui banchi di Rio, certo, anche dalla scuola si poteva vedere il mare, perché stasera sei arrivato così presto, hai la faccia scura, giochiamo   una schedina. Ecco, di tutte le futilità che allora vennero espresse dagli altri avventori Nicola fu interessato a quest'ultima e si sedette a compilare il pronostico, quell'intreccio di segni che ben presto lo avrebbe portato lontano. Sì, perché Nicola vinse davvero, ed una cifra anche ragguardevole.

  Quel lunedì seguente alla vittoria non fu un giorno come tutti gli altri, né per i pesci, né per il loro pescatore. Nicola amava ancora Laura e probabilmente continuò ad amarla anche in seguito. Appare del resto poco plausibile che il denaro sopraggiunto all'improvviso, era infatti ancora stordito, fosse in qualche modo realistico collegabile ai suoi sentimenti verso di lei. Che strana la vita che alle volte ti spezza il  cuore, così pensava il pescatore mentre portava a spasso i suoi quarantacinque anni sul molo totalmente indifferente alle reti e lì per lì i pesci neanche se ne accorsero. Sì, l'unica espressione per spiegare il suo stato d'animo è che Nicola si era improvvisamente e fatalmente distratto, tanto da non pensare più a Laura e da riuscire in un sol giorno a dimenticare una vita e ricordarsi soltanto dell'orario che praticavano i piroscafi in partenza da Genova verso l'altra riva dell'Atlantico. Certo, in nave, l'aereo   era troppo pericoloso e poi le nubi avrebbero potuto nascondere l'acqua.

  Nessuno a Rio capì mai perché partì. A Laura lasciò l'esatta metà della vincita, la loro casa, sì, quella prima della curva col giardino di fronte al mare, tutti i suoi libri, la collezione di film western e il ricordo di un uomo. Vanamente anche lei si sforzò di comprendere ma, come tutti gli altri, non riuscì a scovare un solo movente plausibile. Dopo infinite discussioni e pianti, quando lentamente argomenti nuovi iniziarono a pressare ed a Laura si asciugarono le lacrime, si optò per una motivazione tanto vaga quanto ineccepibile: il destino. A nessuno venne in mente che la vita è troppo breve per lasciarsi sfuggire le occasioni di incontrarla, che l'amore è cosa vaga e può perdurare anche in assenza dell'amato, che la passione avvizzisce mentre magari un sogno da bambino può diventare un giorno intollerabilmente affascinante e poi, del resto, forse a nessuno interessava  scoprirlo per paura magari di essere rapiti dalla stessa sorte.    Non passò molto tempo che Laura si innamorò di un cugino di Nicola e, ricambiata, visse da allora con lui mentre ripresero intorno le partite a biliardo, le gite domenicali a porto Azzurro ed anche i pesci, certo loro proprio no, non ne fecero un dramma.