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 Solo che tutto questo non poté accadere. Nicola avrà anche sognato di un bar, e c'è già la maggioranza relativa del locale che inizia persino a dubitarlo, avrà pure sperato di vincere al totocalcio ed anche forse amato Elena magari in alcune sue fantasie da rapinatore sarà persino apparsa una banca, addirittura avrà sposato anche Laura, solo che, e stavolta non a Rio, incontrò Teresa che fece dissolvere come per magìa ogni precedente possibilità.

  Un pomeriggio in piscina è solitamente rilassante. Madri che vigilano sulla purezza delle loro ragazze e soprattutto figlie che fanno di tutto per non essere caste. Aveva lasciato Rio da una settimana per andare a trovare un'amica di Laura che abitava a Ferrara e quelle erano le prime ore libere che si era potuto permettere. Non che non gli piacesse la compagnia di sua moglie ed anche la sua amica era simpatica, almeno quel tanto che può esserlo una che non ama i gatti, solo che a lui piaceva ogni tanto restarsene da solo e se ciò derivasse dalla troppa abitudine all'azzurro ed allora anche la Piscina non sarebbe stata una scelta casuale quello non avrebbe potuto dirlo ed in fondo neanche gli importava scoprirlo. Dormire al sole, sì, era proprio tutto quello che desiderava.

  Non farle del male, Nicola, cercala. Erano seduti al bar  estivo che sistemava i suoi tavolini i flipper la pista delle automobiline elettriche ed i tavoli da ping-pong nello slargo offerto dal viale alberato poco prima di entrare a Rio. Francesco indossava una camicia gialla con stampati sopra boschetti di palme e la scritta Hollywood ripetuta anche sulle maniche che però, essendo corte, a volte la interrompevano bruscamente.  Però, che precisione per essere un sogno. Era il periodo che precedeva di pochi mesi la partenza di Francesco, chissà poi perché un paese come Rio è così incline agli adii, e se non fosse stato un sogno Nicola gli avrebbe voluto dire perché ti preoccupi di Orchidea amico mio fai bene a sgridarmi ma lo dovresti fare perché da quando te ne andasti ed era novembre io non ti ho più cercato e ho smesso anche di scriverti, ti volevo troppo bene per riuscire a perderti elegantemente. Ma era un sogno e Francesco gli parlava di lei. Non che Orchidea non gli piacesse, anzi. Solo che era stata lei a smettere di rispondere alle sue cartoline, non ancora lettere certo per quelle è sempre troppo presto, e lui si   era vergognato di dire la verità. Non lo aveva fatto, e non  sarebbe certo un sogno adesso a fargli cambiare idea, per quella sorta di gioco al massacro che diventa la vita di un frequentatore di bar: piuttosto affondare ma, mi raccomando, sempre  esagerare.

  La bella Orchidea. Cristo se allora non l'avrebbe cercata, ma Francesco non lo sapeva e così il sogno continuava, pieno zeppo di luoghi comuni e discorsi inconcludenti ma tanto bello e forse perché di lì a poco davvero sarebbe finito. Un'ultima riflessione prima di svegliarsi, sarà un caso che Orchidea abitava proprio a Ferrara? Magari adesso ci sarà ancora ma questo cosa importa poiché ormai sarà troppo grande e gli venne il dubbio di essere destinato ad amare ragazze che abbiano la stessa età di altre che amò, forse ricordo di esse ma più semplicemente tanto belle.

  Non era un dubbio peregrino perché quando si svegliò ebbe davanti agli occhi la graditissima sorpresa di Teresa sdraiata accanto a lui, proprio accanto no ma sarà stato al massimo un metro, la distanza perfetta per poterla pienamente ammirare.

   Teresa non era neanche eccezionalmente bella, diciamo accattivante, insomma gli piaceva ed erano anni nei quali lui era particolarmente portato all'adulterio anche se, a dir la verità non militante, e non perché fosse religioso o quantomeno moralista né perché aveva paura di essere scoperto e delle ripercussioni matrimoniali, casomai solo in considerazione del fatto,  riflessione arguta saggia ponderanza, che il tradimento per un uomo di natura fedele come lui può avere drastiche evoluzioni che come a causa di un destino dannato si risolvono sempre nella creazione di un altro legame. Ma niente paura, cari avventori, in quel momento, davanti al nasino all'insù di Teresa, Nicola non pensava a niente di  questo.

    Il juke-box stava suonando Mandela Day dei Simple Minds e non era è vero un ritmo tropicale cosicché Nicola si alzò, prese il portafoglio dai pantaloni che usava per cuscino come in  ricordo di lontani marciapiedi estivi a ad Ostia e si avviò verso    il bar, certo, prima una birra, naturalmente straniera tanto per restare in tema. Quando ritornò alla sua postazione si sentivano già le prime note di Paname, la folle e adorabile melodia rivoluzionaria progettata dai Litfiba gli piaceva fargliela  ascoltare anche se, almeno apparentemente Teresa non emergeva neanche un po' dal sonno che l'aveva rapita. A questo punto si obietterà che per essere un marito fedele Nicola si comportava stranamente o, almeno, pensava in maniera non del tutto convenzionale rispetto al principio di fedeltà ma non facciamo i difficili che un uomo non può mica rispettare per sempre il cliché che si è costruito intorno, in fondo, almeno per allora, erano solo pensieri e poi basta, basta, bisognerebbe solo che l'aveste vista come lui la vide.

 Coincidenza o proditorietà non sappiamo, Teresa si svegliò non appena lui le tornò seduto accanto, che bella musica, per un attimo ho pensato di essermi svegliata ai tropici magari durante una rivoluzione ma pur sempre vicina a quel mare che suppongo essere davvero adorabile. Mai donna rispose così prontamente alle aspettative di un uomo.

 Sai sono stato io a mettere il disco, come ti chiami, mi chiamo Nicola, io Teresa, ma lo sai che sei davvero carina, non me lo dire sennò arrossisco, un amaro al tavolo del ramino, d'accordo ho capito vi state annoiando, chissà perché succede sempre quando le storie d'amore non sono drammatiche, spero solo che non vi siate tutti montati la testa con la Femme d'acôte di Truffaut che abbiamo visto ieri sera e vi interessino soltanto le storie tragiche, dispiacerebbe davvero poiché sareste degli illusi in quanto neanche tanto rare esistono avventure amorose decisamente sdolcinate e poi lo stesso regista mette in bocca a Gerard Depardieu - Bernard la frase "Le storie d'amore hanno tutte un inizio, un centro e una fine": proprio dell'inizio stiamo trattando adesso ma, visto che stasera siete proprio intolleranti, cercheremo almeno di essere brevi.

 Improvvisamente nella sua memoria non restò più traccia di Laura. Vi è piaciuta? Frase ad effetto certamente e più o meno fu quello che Nicola disse alla moglie appena la rivide. Ci interessasse la sorte di Laura a questo punto potremmo parlare di un non eccessivo risentimento né stupore di fronte alle  rivelazioni del marito, noia professionale da rapporto decennale probabilmente oppure aveva un amante magari proprio a Ferrara chissà e del resto non ci importa più di tanto: tornò a Rio sì, questo dovevamo dirlo, anche se non importerebbe in quanto ciascuno di voi può testimoniare la sua assoluta presenza, e vi tornò naturalmente anche Nicola, per l'ultima volta insieme alla moglie e per ora senza la dolce Teresa, ma sono cose risapute avete ragione e forse è meglio iniziare quella partita a biliardo di cui poc'anzi parlavamo.

   Un fine settimana su due, metodicamente, certo atteggiamento  strano per un pescatore, andava a trovarla.  Saltava in traghetto il venerdì mattina e poi il treno ed chilometri all'inizio era davvero  come se fossero vento. Capelli sciolti e lunghi, naturalmente scuri, lei andava ad aspettarlo alla stazione  e subito si trasferivano in quello che chiamavano metaforicamente il loro albergo poiché, si sa, la metafora è trappola facilissima  per un innamorato ed anche per due. Prendevano sempre la stessa stanza come nei film USA anni cinquanta e del fatto che lui col tempo facesse un pisolino prima di cena è cosa sulla quale pietosamente sorvoleremo. Ma a proposito di alberghi e film americani, stasera proiettano l'amico americano di Wim, forse facciamo ancora in tempo a vedere l'ultimo spettacolo.