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Se il semplice cambiamento di luogo possa mutare un uomo è difficile da dirsi. Resta comunque chiaro che l'aspetto finanziario si ridusse in ultima analisi all'esclusivo cambiamento della professione esercitata, in sostanza mucche al posto di pesci, ed è quindi da ricercarsi altrove l'eventuale metamorfosi che colpì Nicola. Niente di meglio quindi che partire da una presupposta influenza del nome del paese che non era, e forse questo aggravò la situazione, fonicamente molto diverso dalle parole che il babbo gli sussurrava da piccolo mentre andavano alla deriva.

  Arrivò nel paese che era notte fonda. Atalaia non era illuminata come le metropoli dell'occidente europeo ed in questo assomigliava a Rio, solo geograficamente paese di una regione industrializzata in quanto, e certo questo è evidente, i pesci poco ne capiscono di regole economiche preferendo di gran lunga il fresco ozio delle correnti provenienti dalla Corsica. Non era quindi una variante ridotta né di Lyon né di Lisbona ma lo stesso dallo spazio prossimo al pianeta si sarebbe potuto scorgere il suo puntino illuminante la notte della Terra e addirittura anche distinguerlo bene poiché intorno a lei mancava del tutto la concorrenza fossero solo luminarie da feste di circoli parrocchiali. Certo, intorno ad Atalaia soltanto il buio, ma in fondo al tabacco non piace troppo la luce ed anche le mucche hanno bisogno di dormire. Eppure anche di notte si potevano intuire diverse cose: primo che era una città di pianura, secondo che le notti dei tropici sono calde ma questo in fondo che c'entra, terzo gli fu possibile immediatamente stabilire qual'era l'ultimo bar a chiudere e non era davvero un locale da sottovalutare, quarto che la stazione era in stile coloniale e questo lo rattristò, quinto che le ragazze erano belle anche di notte nonostante il viso forse troppo truccato ma questo già lo sapeva, sesto che non assomigliava per niente a Rio; non ci fosse stato quel maledetto nome quindi probabilmente sarebbe anche riuscito a dimenticare, ma così non era ed Atalaia per lui rifulgeva delle luci sfuocate della similitudine e del ricordo poiché inoltre, come si sa, ogni paese è sostanzialmente uguale a tutti gli altri.

  Passò così la notte all'ennesima locanda da Anita, nome misterioso come quello di Mario per i baristi del Tirreno, ed arrivò anche la mattina seguente quando, cappello a tese larghe ma passo insicuro, varcò l'ingresso do Sìtio de Madrugada, di quella che di lì a poco avrebbe sentimentalmente chiamato la mia fattoria.

 

   

                              

 Madrugada era una fattoria come le innumerevoli altre sparse nella pianura del nordeste brasiliano, vicino un fiume col quale anzi confinava attraverso la sua parte dell'alba e questo a lui faceva piacere ricordandogli le mattine blu dei luoghi della sua vita precedente, entrando si andava direttamente a sbattere nell'edificio centrale, naturalmente di legno con veranda tre stanze per piano disposte orizzontalmente forse sempre a causa dell'alba, accanto gli edifici per i mandriani ed intorno i recinti, uno per le mucche ed uno per i cavalli, le stalle, il fienile, il corral che però ancora mancava di una Stella da "Duello al sole" che Iì desse appuntamento all'innamorato di turno.

  Resta da dire inoltre che il marchio per il bestiame era una 'R', come Rio, appunto, e che, pure bellissima la descrizione manca la musica delle notti di festa ed anche quella delle sere dopo il lavoro, sempre immancabile, e certo come poteva essere altrimenti essendo Iì praticamente sempre estate, mancavano le piscine è vero e conseguentemente anche i turisti tedeschi e così non ci si poteva illudere mai di essere sulla fantastica isola del dottor Morel ma del resto era meglio così, le ombre anche se luminose è sempre meglio non inseguirle per non essere rapiti poi dal loro disastroso destino d'immortalità.

 

    

 

 Solo un accenno, niente di più, alla sua vita nella fattoria che, trascorsi i primi tempi nei quali si abituò al cambiato elemento predominante della sua esistenza, terra cioè in luogo di acqua, e meno male che vicino almeno c'era un fiume, si risolse in fin dei conti alla routine delle cavalcate mattutine e delle festicciole serali al ritorno dei mandriani. Nicola pensava spesso che tutto ciò non avesse un senso. D'accordo, come il direttore aveva previsto, il suo capitale aumentava e lui aveva solo l'imbarazzo di scegliere come investirlo. Si acuiva tuttavia in lui il dubbio che il vivere eternamente di conti e pensando quanto ti frutterà una data operazione fosse una specie di spreco di quella esistenza regalataci da Dio e se poi fosse stato un altro o magari nessuno non ha importanza. Rifiorivano in lui mai sopite illusioni giovanili di vite avventurose e ammetteva che la sua attuale pur rispecchiando certi stereotipi di stravaganza o pericolosità da giornale a fumetti non lo era per niente.

  In poche parole hasta la vista 'nsieu Luporini si stava iniziando ad annoiare o forse era solo che gli mancavano i pesci ma niente paura che anche stavolta il destino era in agguato e fece scegliere proprio Atalaia come tappa a Gianfranco ed a quella stupenda morettina che lo accompagnava per il Sertäo.