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 Poco più in là del niente c'erano soltanto i suoi sogni di adolescente turbato da allora in poi alla sola vista della bellezza ; e che essa poi si rappresentasse come l'amico del terzo banco a sinistra o come la più affascinante ragazza mai incontrata era cosa che estenuamente egli cercava di avere accanto. Non era facile. Non lo era perché gli amici come loro solito sono distratti e magari si innamorano di altri da te; non lo era poiché le ragazze tanto sono belle quanto incostante il loro fascino che si può risolvere magari in accecanti bagliori una sera in pizzeria e da allora in poi non essere neanche più soltanto mostrato. 

    Quindi di là dal nulla solo le illusioni che promettono felicità solo gli sguardi furtivi delle notti di carnevale o dei sabato pomeriggio nel palazzo del governo. Niente davvero di cui andar fieri cari ragazzi della fine del novecento niente danze del ventre o anarchici che sappiano ancora accender micce nessun amico il cui volto venga ricomposto dalle nebbie di benevoli deserti nessuna ragazza che si chiami Gabriella ma, soprattutto,  neanche lontanamente l'accenno sul come si faccia a far perdurare l'amore.

    E' troppo facile per voi scrittori, per voi registi, fornite di fatto solo l'evidenza di una mancanza, una mostruosa voragine o anche caverna d'ipocrisia dove l'amore si annichilisce attraverso il suo stesso uso. Parlate eternamente di un centro, palesemente noioso, nel quale si dibattono tutti i rapporti fra uomo e donna ed uomo ed uomo e donna e donna in attesa di una fine più che auspicata e dimentichi eternamente dello scintillio di falene da notti d'estate che era stato l'inizio, fase discreta, meravigliosa e suadente ma irripetibile, non suscettibile in assoluto di continuità.

    Che forse debba essere questo il destino, vivere in centri dei quali bramiamo l'epilogo, la disfatta crudele, solo perché tale cessazione ci riconduca alla possibilità di un inizio che dannatamente poi si ritrasforma in un altro centro? Oppure la sorte deve essere intesa come perpetua ricerca di un equilibrio che solo i centri permettono, una stabilità da difendere com'essa stessa ci difende dall'eterno pericolo degli altri due stadi confinanti e sempre in agguato? La scelta fra le due possibilità è sostanzialmente l'aspetto che divide un uomo dall'altro. Da una parte il pericolo, le bombe, la passione, dall'altra la stasi, la mancanza di avventure, la noia. In entrambi i casi però il dilemma resta più che evidentemente irrisolto: non solo non ci si preoccupa di farlo perdurare, ma addirittura si perde di vista l'amore.

    Non valgono peraltro a niente neanche le teorizzazioni estreme. Da una parte i rivoluzionari che offrono come unica possibilità il termine assoluto, la morte, entrambi abbracciati insieme sparati in una eterna fusione tra fine e principio. Dall'altra ci sono i borghesi e le famiglie di non fumatori che forniscono una ipotesi forse ancora più aberrante: definire una volta per tutte che il centro non esiste, pedissequa invenzione filosofica, e addirittura chiamare esso amore. Apparentemente nessuna speranza quindi, o la morte fisica, ma almeno abbracciati, o la morte morale, naturalmente senza neanche più toccarsi.

    La trappola appare quindi perfetta, nessuna possibilità di fuga ed al diavolo quindi anche i porti brasiliani che il viaggio è lungo e potrebbe capitare di imbattersi in un centro e non uscirne più oppure in una fine che non dia neanche il tempo di scrivere una lettera d'addio.

    Ma c'è un'ultima possibilità, la più remota, la più fantastica, e sono in molti a dire che sia praticamente irrealizzabile. Si tratterebbe di incontrare una ragazza bruna, il nome lo sapete, magari bella, e che apparentemente sia solo un inizio, solo che lei, in una sera di luglio fra le dieci e trenta e le undici, vi reciterà una poesia di Prévert e pochi giorni dopo accetterà di venire al cinema con voi senza neanche sapere quale film sarà proiettato: ecco, solo allora sarete vicini alla soluzione, e ci sarete del tutto arrivati se lei quella sera vi guarderà negli occhi mentre sta baciando un pacchetto di Camel.

    Poco più in là del niente insomma c'era solo un giovane evaso che ancora non immaginava come il caso di lì a poco lo avrebbe messo a ben dura prova. Infatti, quasi neanche il tempo di scendere dal piroscafo che la incontrò, e non importa sapere come, dove, che lavoro facesse oppure cos'altro, poiché lei esisteva e per lui fu davvero abbastanza.

    Alcuni dettagli non quadravano, ad esempio il nome che era mancante di una elle, e poi il pacchetto di Camel lei lo baciò forse con troppo ardore, ma resta il fatto che da allora lui si credette in grado di far perdurare l'amore. Se vi riuscì o meno, se neanche la difficilissima coincidenza servì poi a niente, è cosa che però affronteremo non appena il bar riaprirà, che stasera è l'ultima notte a nostra disposizione e tra poche ore partiamo tutti per le ferie, sperando almeno nel frattempo di non incontrare nessuna Gabriella che conosca i poeti francesi.