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    Quando finalmente le corde furono fissate e la barca si immobilizzò, voltai lo sguardo verso terra, facendo quasi finta di niente, come se fosse un gesto consumato e dal quale non ci si aspetta alcuna novità, si guarda un percorso o un paesaggio conosciuti attraverso una familiarità quotidiana, e a volte pure si resta sorpresi da scorci inusuali, da punti di vista ai quali non ci eravamo preparati, guardai quindi casa mia ma stavolta i miei occchi erano quelli di un viaggiatore e così non vidi niente di quello che mi ero aspettato, io che ho visto i bufali ammazzarsi rotolando sopra l'erba alta e urlando il loro stupore al cielo, che ho visto gli uomini lavarsi il sangue dal volto in pozzanghere fangose maciullate dai cingoli di mostri d'acciaio, che ho ascoltato sere d'infinito silenzio, che ho accarezzato dolcemente il mare dove terminava il tramonto ed iniziava l'oceano,  io che ho baciato labbra ancora umide di frutta tiepida e le ho leccate fino a farmi prendere dalla vertigine, che ho passeggiato notti intere lungo strade di terra battuta anelando i gemiti dell'amore e spiandoli attraverso le assi delle baracche, e a volte ho persino mormorato il nome di mia moglie nelle stasi degli equinozi quando la luce e il buio hanno durata certa e si può percorrere l'illusione che tutto vada bene, che stasera amore tu sia bella come quando eri giovane e che ancora una passione febbrile mi spinga ad abbracciarti i seni ed infilarci la testa in mezzo per essere pieno di te e del tuo odore, dimenticandomi che ti abbandonai quando i nostri anni erano così pochi, dimenticando che sicuramente fu per vigliaccheria, per trasformarti in un ricordo ed essere così sicuro di non perderti mai, dimenticando infine che le tue  e le mie passioni son sempre state quasi puerili, leggere, che non è stato per noi qualcosa che propendesse verso l'assoluto, e che entrambi senza dircelo abbiamo saputo sempre la verità e cioè che tutto quello che d'amore si legge nei romanzi è un astuto falso essendo ogni passione della realtà imperfetta e soprattutto infinitamente fragile, e allora perché star qui a pensar di te, perché mai sono ritornato se non per codardia, per fingere con me stesso di avere ancora qualcosa in cui credere, fosse pure l'ineffabile prospettiva di queste onde, ma io non ho più figli e forse non ne ho mai avuti, come è possibile che neanche tu sia mai esistita, amore mio se mai ti ho amato, e allora perché guardare ancora questa prospettiva che mi riempe d'angoscia, perché sbarcare incontro ad un luogo dove l'estate è già finita.

    Fu così che non scesi mai da quella barca dei miei capelli che si stavano facendo brizzolati. Mi dileguai alla minima velocità possibile prima ancora che l'affermarsi dell'alba rendesse definitivamente appiccicosa l'aria, e per dove poi la sorte non mi ha mai concesso di conoscerlo.